domenica 8 luglio 2012

PERUGIA, LAVAVETRI E GRAFFITARI UN TORMENTO CONSENTITO


Non si tratta certo dell’emergenza dell’ultima ora. Anche perché, a Perugia, chi avesse bisogno della dose quotidiana di ansia da cronache cittadine non deve che scegliere. Ce n'è per tutti i gusti. Allarme droga, stupri, sfrenato abuso di alcool, aggressioni alle forze dell’ordine. In questo contesto lavavetri e graffitari non fanno più notizia, diventano quasi un elemento complementare della movida urbana. In realtà, la situazione, da sempre preoccupante, si è fatta più pesante negli ultimi anni. E a pagarne le conseguenze sono sempre loro, i cittadini. Ogni semaforo diventa un incubo, ogni facciata di un abitazione privata o pubblica, storica o contemporanea irrimediabilmente deturpata dalle tracce dell’istinto creativo degli “urban writers”. Certo con problematiche ben più serie tutto questo passa in secondo piano, viene metabolizzato dall’amministrazione comunale ma non dai cittadini. Gli automobilisti ed i cittadini sono al limite della sopportazione e della decenza, ogni giorno ai semafori è un nuova lotta, ogni giorno su un muro intonso una nuova segno dell’estro di un artista improvvisato armato di bombolette spray.
Se chi guida la città è anestetizzato al degrado di certo non lo sono i perugini, tutt’altro che indifferenti al problema. Ci troviamo di fronte ad una mancanza totale di senso estetico e del bene comune, ma anche ad un immobilismo politico che non giova alla comunità perugina. I cittadini tornano a chiedere che le questioni marginali, o perlomeno ritenute tali, tornino all’ordine del giorno, ovvero tornano a chiedere un impegno per la città.
Una Perugia delle emergenze, insomma. Anche se non sono tutte uguali, anche se non hanno tutte la stessa attenzione da parte di chi fa le leggi e da chi dovrebbe farle rispettare.

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