domenica 2 giugno 2013

Ovviamente per gli statali stipendi bloccati sino al 2015

A distanza di poche settimane si realizza penosamente quanto avevo preconizzato. L’ultimo regalo del governo Monti, il blocco degli stipendi agli statali, passato in sordina dopo il parere favorevole del Consiglio di Stato, irrompe il silenzio, prende vita nelle parole del ministro della pubblica amministrazione Gianpiero D’Alia.
Certo per il ministro, per il precedente e l’attuale governo, ci sono altre priorità che sbloccare indennità e rinnovare i contratti degli statali, tali da rendere “ovvio” il proseguo del blocco, che in fin dei conti è cominciato “soltanto” nel 2009. Insomma sindacati e lavoratori pubblici, per il ministro D’Alia, sono scaduti nell’”ovvietà” di pensare che il blocco esaurisse la proprio funzione a fine del 2013. Al massimo possono sperare che ciò accada nel 2015. Così con un trafiletto, con poche semplici righe il ministro liquida le speranze di milioni di lavoratori, e per rimanere in tema di “ovvietà” nonostante nel mare magnum della p.a. navighino anche magistrati, prefetti, professori universitari ed addetti al consolato “ovviamente” negli ultimi 3 anni di blocco non hanno ricevuto alcuna decurtazione in busta paga. Insomma pare che vi sia qualcuno che sia più statale degli altri. Ma non solo. Nel pubblico impiego rientra anche il Comparto Sicurezza al quale non più tardi di un mese fa, il Presidente del Consiglio aveva tributato commoventi parole in seguito al ferimento del Brigadiere Giangrande a Palazzo Chigi ed all’omicidio dell’Appuntato Della Ratta a Maddaloni. Parole proferite “ovviamente” non per circostanza, e con le quali Letta assicurava di dare quanto prima effettiva concretezza al valore della specificità della professione svolta dal personale in divisa delle Forze Armate e della Polizia. Si auspicava anche in termini contrattuali. Ma ormai è trascorso un mese e la finta commozione e le frasi di facciata cedono il posto all’”ovvietà”.

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