Non si tratta certo dell’emergenza dell’ultima
ora. Anche perché, a Perugia, chi avesse bisogno della dose quotidiana di ansia
da cronache cittadine non deve che scegliere. Ce n'è per tutti i gusti. Allarme
droga, stupri, sfrenato abuso di alcool, aggressioni alle forze dell’ordine. In
questo contesto lavavetri e graffitari non fanno più notizia, diventano quasi un
elemento complementare della movida urbana. In realtà, la situazione, da sempre
preoccupante, si è fatta più pesante negli ultimi anni. E a pagarne le
conseguenze sono sempre loro, i cittadini. Ogni semaforo diventa un incubo,
ogni facciata di un abitazione privata o pubblica, storica o contemporanea
irrimediabilmente deturpata dalle tracce dell’istinto creativo degli “urban writers”. Certo con problematiche
ben più serie tutto questo passa in secondo piano, viene metabolizzato dall’amministrazione
comunale ma non dai cittadini. Gli automobilisti ed i cittadini sono al limite
della sopportazione e della decenza, ogni giorno ai semafori è un nuova lotta,
ogni giorno su un muro intonso una nuova segno dell’estro di un artista
improvvisato armato di bombolette spray.
Se chi guida la città è anestetizzato al
degrado di certo non lo sono i perugini, tutt’altro che indifferenti al
problema. Ci troviamo di fronte ad una mancanza totale di senso estetico e del
bene comune, ma anche ad un immobilismo politico che non giova alla comunità
perugina. I cittadini tornano a chiedere che le questioni marginali, o
perlomeno ritenute tali, tornino all’ordine del giorno, ovvero tornano a
chiedere un impegno per la città.
Una Perugia delle emergenze, insomma.
Anche se non sono tutte uguali, anche se non hanno tutte la stessa attenzione
da parte di chi fa le leggi e da chi dovrebbe farle rispettare.
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