mercoledì 25 luglio 2012

PROVINCIA DI TERNI, LA SOPPRESSIONE È ALLE PORTE


La questione dell’abolizione o della riduzione delle province – annunciata, promessa, modificata, ritirata – ritorna con una certa frequenza nel dibattito politico italiano. In verità, cosa accadrà con precisione si saprà entro dieci giorni, quanti il governo se ne è presi per deliberare i criteri esatti sotto cui le provincie verranno "accorpate". Alla luce delle bozze circolate in questi giorni, pare pressoché scontata la soppressione della Provincia di Terni, che con 2.122 km quadrati di estensione e 234 mila abitanti è ben sotto le soglie prefigurate. 
E Perugia? Tra l’altro c’è da chiedersi cosa accadrà a Perugia. Il governo ha lasciato competenze importanti in capo alle Province: ambiente (soprattutto per il settore discariche); trasporti e viabilità (anche per quanto attiene la costruzione, la classificazione e la gestione delle strade). Se sparirà Terni, però, ci sarà una Provincia coincidente col territorio della Regione con un’evidente sovrapposizione (se non di competenze) di potere per chi governerà. Sempre considerando che l’ipotesi di riforma del «Salva Italia» prevede che ad eleggere il futuro presidente della Provincia non saranno più i cittadini ma delegati dei comuni e delle unioni comunali.
Se da un lato è vero che in Umbria le province costano 204 euro pro-capite (tra le più care d’Italia) è anche vero che la coincidenza tra istituzione regionale e unico ambito provinciale renderebbe inutile anche la provincia di Perugia che avrebbe indirettamente competenze “regionali”, dando vita, quindi, ad un clone della Regione, con competenze non molto differenti.
Vista in tal senso la riforma non pare la panacea contro gli sprechi delle autonomie locali.

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