giovedì 6 giugno 2013

L'ombrello protettivo del primo cittadino


L’AST di Terni è da sempre la fabbrica della Città, si riconosce con la Città, ha dato negli anni lavoro a tanti operai di Terni, ha dato possibilità di incremento all’economia ternana, ed è stata, e continua ad essere, il feudo di politicanti che si autoproclamano fedeli protettori dei diritti degli operai. Insomma un bacino elettorale non indifferente da prosciugare in vista delle prossime comunali, una vera e propria fabbrica di voti, che possa far dimenticare il sindaco dei terribili quattro anni antecedenti, il famoso sceriffo degli autovelox.
 

Non è quindi un caso che il primo cittadino, in veste di paladino senza fascia tricolore, mediasse tra il cordone degli operai e quello dei celerini, nel tipico luogo di mediazione sindacale, ovvero in prossimità dei binari ferroviari.

Sin qui “ordinaria amministrazione”. Ma l’acme parossistico del populismo si è raggiunto quando, ormai insanguinato per un fendente al capo, il sindaco si è posto a strenua difesa dell’azienda e dei lavoratori scagliandosi contro i sanguinari poliziotti e i loro manganelli. Peccato che a frantumare l’atto eroico del primo cittadino soccorrano alcuni scatti ormai diffusi sul web, a dimostrazione che la rottura del capo fosse dovuta all’ombrellata di un operaio e non al manganello di un poliziotto. Insomma, un coupe de theatre che ha di certo sminuito l’enfasi valorosa e temeraria del sindaco, immolato in nome dei diritti dei lavoratori.

Ovviamente a pochi minuti dall’accaduto, senza un minimo di conoscenza dei fatti, si è eretto un muro di solidarietà in favore del sindaco ferito ed un muro di vergogna per la ferocia della polizia, che nell’occasione ha contato cinque feriti. Una gara tra i vari politici, tra chi voleva spiegazioni dal questore, chi dal prefetto, chi dal ministro.

Una sentenza disonorante senza processo, emessa in pochi minuti ed immediatamente esecutiva.  

Ma la parte offesa non è ovviamente solo la polizia, ma gli operai rimasti feriti per gli scontri, esasperati e beffati un'altra volta, adoperati solo come strumento per ingenerare disordini e nascondere le vere responsabilità di un inesorabile declino di una città intera. Insomma si è tralasciato il vero problema, gli operai e l’acciaieria, per accendere i riflettori sulla presunta violenza delle forze di polizia e cavalcare l’onda politica e mediatica dell’evento.

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