Cieca follia, immotivata
violenza, disagio sociale dilagante di difficile comprensione e gestione, la
piccola Jesi (AN) nei giorni scorsi è stata protagonista di un fatto che solo
per la bravura e il coraggio degli agenti intervenuti non ha prodotto
l’ennesima vittima.
Un uomo di colore sfonda la
vetrina di un armeria, sottrae diversi coltelli e lame e brandendo un machete
si allontana seminando il panico tra i passanti.
Inveendo contro i cittadini
della piccola provincia marchigiana l’uomo sfiora una donna con una delle lame
poco prima rubate e per pura fortuna la stessa non viene colpita.
Questa allerta il 112 e sul
posto giungono diverse pattuglie tra Polizia e Carabinieri che provano in tutte
le maniere a disarmare l’uomo.
La situazione ad altissima
tensione, che ha tenuto ostaggio il piccolo borgo per diverso tempo, coinvolge
anche una chiesa nella quale l’esagitato trova rifugio barricandosi
all’interno.
Sono momenti estremamente
difficili per chi interviene e cerca di ripristinare la sicurezza dei luoghi in
un contesto urbano di quel tipo dove utilizzare le armi da fuoco richiede non
solo una massiccia dose di coraggio e addestramento ma anche di fortuna
sperando sempre che i danni di un ipotetica arma da fuoco siano sempre meno di
quelli che potenzialmente si potrebbero causare.
Un 9mm blindato è un’ogiva
micidiale che buca, buca e ancora buca fino a che non trova una superficie dove
fermarsi…il problema è cosa trova tra la bocca di fuoco e il piano di arresto ?
Troverà solo il bersaglio
ingaggiato o, una volta bucato l’obbiettivo, troverà anche qualche ignaro
passante prima di fermarsi, ad esempio su un muro ?
Nonostante tutto questo,
nonostante il sistema sia sempre molto ostile nell’uso delle armi da fuoco da
parte delle divise, per ovvie ragioni, il coraggio degli operatori ha
consentito, grazie a un colpo di pistola sparato a un piede, di arrestare il
soggetto.
Nell’operazione difficilissima
un carabiniere è stato lievemente ferito a un fianco durante la colluttazione,
confidiamo nella leggerezza delle lesioni e in una pronta guarigione.
E’ difficile entrare nel
merito della vicenda in senso tecnico, sviscerare le tecniche utilizzate e
capire che tipo di procedure siano state adottate, di una cosa però dobbiamo
essere certi, la buona sorte e tanto sangue freddo hanno avuto un peso enorme
poiché i mezzi per annichilirlo senza ricorrere alla 9mm esistono ma ancora in
Italia si fatica a sdoganarli.
Dallo spray antiaggressione
dal getto balistico alle pistole elettriche, ai proiettili di gomma diversi
possono essere i sistemi a bassa lesività e risolutivi in situazioni come
queste.
Noi in Italia, al contrario di
moltissimi paesi dell’Unione Europea, non li vogliamo probabilmente per ragioni
di carattere politico e sociale.
Si ha notizia che qualcosa si
sia già mosso per lo spray antiaggressione ma di effettivo attualmente nulla è
dato sapere.
Cronache come quelle che
arrivano da Jesi o come quelle di Roma alle Eur o del noto Kabobo a Milano
devono accelerare i tempi di adozione da parte delle nostre forze dell’ordine
di tali presidi perché il disagio sociale che colpisce le nostre città sta via
via aumentando grazie anche a quelle depressioni tipiche dei momenti di crisi
economica e non solo.
Chi vive un disagio mentale è
purtroppo lasciato spesso alla sola difficoltà delle famiglie che tante volte
non hanno nemmeno i mezzi per riuscire a gestire tanta follia.
Visto che gli strumenti
esistono non possiamo pretendere che i nostri agenti abbiano sempre e solo
fortuna; se quel colpo al piede fosse per rimbalzo risalito all’arteria
femorale avrebbe ucciso chi doveva semplicemente essere disarmato.
Non si possono esporre per
motivi politici e culturali i nostri agenti a procedimenti penali dalle
imprevedibili risultanze semplicemente perchè il sistema non vuole affrontare
serenamente queste problematiche, sacrificare una vita deve essere sempre
l’extrema ratio, compresa quella professionale dei nostri servitori dello Stato
che spesso agiscono nel migliore dei modi con scarsissimi mezzi.
A quando una seria politica
addestrativa e di equipaggiamento delle nostre forze dell’ordine?
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