giovedì 25 aprile 2013

NESSUNO TOCCHI GLI STIPENDI D’ORO.



Il prossimo governo si troverà il lavoro grosso pressoché fatto.
    Il parere del Consiglio di Stato è arrivato:
niente aumenti per i dipendenti pubblici fino al 2015, neanche i 4 soldi della vacanza contrattuale.

   Al nuovo esecutivo insomma resterà da controfirmare il decreto e sarà fatta: stipendi fermi per altri due anni, con un'estensione del blocco al servizio sanitario nazionale e alle società partecipate che finora erano stati esclusi.
   Su un’aspetto però non ci sono dubbi, La magistratura di controllo ha suggerito di precisare meglio che tra le misure di taglio della legge n. 112/2010 che si rinnovano non c'è lo sforbiciamento del 5% della quota di salario che eccede i 90 mila euro e neanche quella del 10% per la quota che eccede i 150 mila euro. Insomma gli stipendi d’oro non si toccano.
   Il taglio era stato contestato già davanti alla Corte Costituzionale perché riguardava solo i dirigenti pubblici e non quelli privati e poi perché andava a incidere su diritti acquisiti, ritenendo pertanto il taglio illegittimo. Ma se gli stipendi da capogiro sono salvi, lo stesso non può dirsi per i lavoratori pubblici con stipendi famelici di un rinnovo contrattuale, bloccato almeno fino al 2014.
   In buona sostanza, chi guadagna di più non deve comunque rimetterci rispetto agli altri, tutti devono concorrere in egual misura ed i ricconi della pubblica amministrazione contribuiranno ad alzarci le maniche già corte.

Nessun commento: