domenica 15 giugno 2014

CHE COSA PREVEDE LA NUOVA RESPONSABILITÀ CIVILE DEI GIUDICI

Cosa succederebbe qualora fosse approvato anche al Senato l’emendamento Pini alla legge comunitaria passato ieri alla Camera.

Dal 1988, anno in cui il parlamento approvò la legge Vassalli (scarica il pdf ) sull’onda del referendum popolare che introdusse la responsabilità civile dei giudici, le fattispecie di responsabilità  dei magistrati previste dal nostro ordinamento – per i cittadini che siano stati danneggiati da un atto giudiziale – sono sostanzialmente limitate a pochi, pochissimi, casi, tutti difficilmente dimostrabili in un processo: dolo o colpa grave del magistrato (qualora il giudice abbia violato coscientemente la legge  nel primo caso o abbia commesso una negligenza inescusabile ai termini di legge nel secondo), diniego di giustizia, qualora il giudice – nell’esercizio delle sue funzioni -  ometta di emanare un provvedimento di legge senza giustificato motivo entro i termini stabiliti. La legge Vassalli esclude invece in via categorica che, tra gli errori per cui un giudice può essere chiamato a rispondere, vi sia quello di un’interpretazione arbitraria dei fatti o una non valutazione delle prove nel processo. Il quadro insomma è quello di un ordine che, praticamente mai, casistica alla mano, risponde dei propri errori. E mai per via diretta, essendo l’azione della parte danneggiata possibile solo indirettamente nei confronti dello Stato, che poi valuterà se rivalersi sul magistrato.
L’EMENDAMENTO PINI E LA NORMATIVA UE
Finora – nonostante le multe Ue – lo Stato non può essere chiamato a rispondere dei danni nemmeno nel caso di «manifesta violazione» del diritto europeo: una lacuna giuridizionale che ci è già costata una dura sanzione nel 2011 da parte della Corte europea.  Ma come cambierebbe la normativa qualora passasse in entrambe le camere l’emendamento del leghista Gianluca Pini all’articolo 26 della legge europea 2013-bis  approvato ieri alla Camera? E di che cosa risponderebbero i giudici se fosse approvata una normativa più garantista a favore delle parti danneggiate nel caso di mancato recepimento delle leggi Ue?
Il testo di Pini - su cui si è formata una strana maggioranza pidiellina e leghista grazie anche all’astensione attiva dei 5S e ai franchi tiratori del Pd – prevede che chi ha subìto un danno ingiusto per un comportamento o un atto del magistrato «in violazione manifesta del diritto o con dolo o colpa grave nell’esercizio delle sue funzioni ovvero per diniego di giustizia può agire contro lo Stato e contro il soggetto riconosciuto colpevole per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e anche di quelli non patrimoniali che derivino da privazione della libertà personale».
CONFLITTI ISTITUZIONALI
In sostanza, verrebbe introdotta per la prima volta una responsabilità solidale tra Stato e magistrati nel caso di un errore grave o doloso. La cosa riguarderebbe le normative Ue che ogni Stato membro deve recepire – con un margine non troppo amplio di autonomia nazionale ma aprirebbe una voragine nel nostro ordinamento, con possibili conflitti istituzionali e costituzionali tra politica e magistratura. Di cui – dall’esternazione di Napolitano sulla necessità di garantire l’indipendenza della magistratura fino alla dura opresa di posizione dell’Anm – abbiamo già avuto le prime avvisaglie.

Fonte Panorama

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