domenica 10 marzo 2013

Il Patto di Stabilità strangola l’Umbria




La cassaforte degli enti locali è sempre più vuota: le risorse statali sono ridotte all'osso e i vincoli imposti dal patto di stabilità europeo legano le mani sugli investimenti.
Si tratta di parametri ferrei creati con lo scopo di ridurre il deficit italiano e degli enti locali, ma così non si può andare più avanti. Ci sono sempre meno soldi per i comuni: una condizione che da passeggera sembra diventare ormai la normalità.
Potrà, di certo, ritenersi una banalità rispetto alla carenza dei servizi, ma lo stato di abbandono si vede anche da piccole cose, Perugia, come altri comuni dell’Umbria, ha le strade ridotte ad un colabrodo, toppe d’asfalto ovunque e dislivelli costanti. E questa volta, che dir si voglia, non è solo colpa delle amministrazioni comunali ma di questo assurdo patto che soffoca le attività dei sindaci.
Infatti a nulla serve l’avanzo di amministrazione, perché, altra stranezza, anche se è in cassa non può essere inserito nel calcolo del Patto. Quindi anche se hai i soldi “cache” non puoi spenderli! Insomma a cosa serve avere i soldi e non poterli erogare?
Le norme del Patto, si sono rivelate in questi mesi un miscuglio di negatività ed in alcuni casi di assurdità, poiché è ovvio non colpiscono il vero indebitamento e bloccano le risorse anche autonome generate dagli enti locali, danneggiando le imprese perché i comuni sono costretti a non effettuare spese o ritardare volutamente i pagamenti anche quando hanno le risorse. 
Insomma occorre necessariamente correggere le regole del Patto di Stabilità ponendo le basi per un Patto di Crescita per cercare di cambiare questo assurdo vincolo che blocca i servizi erogati alla cittadinanza.

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